Sorrento

 

Abitanti: 16.547 Sorrentini  Santo Patrono: Sant’Antonino Abate  Giorno festivo: 14 febbraio  Frazioni: Casarlano, Priora, Santa Lucia, Sorrento Capo, Marina Grande.

 

Le origini di Sorrento risalgono al VII secolo a.C.; essa fu fondata dei Fenici e dopo essere passata sotto il dominio dei Sanniti nel IV secolo a.C., divenne colonia romana nel III secolo, per diventare municipio nel I secolo a.C . Il nome di Sorrento (Syrentum, Sorrentum) si incontra negli scritti di Ovidio, Stradone, Seneca, Ennio, Galeno, Orazio, Marziale, Plinio e Stazio.   

La piazza principale è dedicata a Torquato Tasso che qui ebbe i natali l’11 marzo 1544.
Il
centro storico mantiene la struttura antica tra cardini e decumani e le testimonianze di questo periodo affiorano ovunque. Molte colonne di templi sono state riutilizzate, nel passato, per costruire chiese: splendida quella dedicata al Santo Patrono Antonino, la cui porta laterale si avvale di due colonne recuperate in un ritrovamento di quell’epoca o come il Chiostro di San Francesco
annesso all’omonima chiesa.
Fu decantata da Orazio e da Stazio come
luogo di villeggiatura. Tanto che nel periodo di Tiberio, abbandonata Capri, molti romani preferirono costruire le loro dimore a Sorrento. Bellissima, e ancora visibile, l’unica delle sette “villae” marittime di periodo romano, ancora esistente in Campania, la "Villa di Pollio Felice".
Si raggiunge dal mare o attraverso un sentiero che dal Capo di Sorrento porta fin giù, dove l’antico impianto resiste nonostante i secoli. Affiorano grotte dove è ammirabile l’”opus reticulatum” e si intuisce l’antico splendore di questa dimora patrizia che si estendeva lungo tutta la costa fino alla marina di Puolo.
Luogo di vacanza da sempre, divenne meta imprescindibile durante il periodo del Grand Tour
, che qui attirò poeti e scrittori, pittori e dandy da tutta Europa. Di quella epoca sono visibili, lungo la costa, gli alberghi ottocenteschi. Alberghi storici che continuano, insieme alle tante strutture di ogni ordine, la tradizione dell’ospitalità. Sorrento oggi, come ieri, riesce ad ammaliare i suoi visitatori. Per il clima mite
, le passeggiate collinari, le botteghe di artigianato, la gastronomia, le calde atmosfere e la sua storia.
Tracce di questo passato si trovano presso il
Museo Correale di Terranova
. Un piccolo museo di charme che vale una visita, circondato da una lussureggiante vegetazione e da una terrazza da dove si ammira il Golfo di Napoli.
Per conoscere la città bisogna girarla a piedi. Visitare i suoi borghi, quello dei pescatori di Marina Grande
 e l’altro di Marina Piccola, il porto di Sorrento. Ammirare il centro storico, quello alto, e più antico, di via Pietà e l’altro di via San Cesareo. Il primo corrisponde al decumano superiore dell’antica pianta, modificata, dall’ammodernamento del 1861, con la costruzione di Corso Italia. A via Pietà si susseguono abitazioni nobiliare settecentesche, come Palazzo Correale, Casa Veniero. In via San Cesareo
 si ammirano, all’inizio della strada, i resti del sedile di Porta, di periodo angioino e nel largo dello Schizzariello, quello denominato Dominova, dove si riuniva la nobiltà per decidere le sorti della città. Uniche testimonianze dell’epoca rimaste in Campania.

Ma c’è anche una Sorrento sconosciuta ai più, quella collinare e degli agrumeti. Dove piante di ulivo, noci e arance e limoni si susseguono dando alla città quei colori che la rendono così fantastica.